TORTA DI MELANNURCA CAMPANA IGP

TORTA DI MELANNURCA CAMPANA I.G.P.
L'Indicazione geografica protetta "Melannurca Campana" si riferisce ad una delle varietà italiane di melo più conosciute e più apprezzate in assoluto dai consumatori: l'Annurca. Definita la "regina delle mele", infatti, l'Annurca è da sempre conosciuta soprattutto per la spiccata qualità dei suoi frutti, dalla polpa croccante, compatta, bianca, gradevolmente acidula e succosa, con aroma caratteristico e profumo finissimo, una vera delizia per gli intenditori. Per la sua versatilità è adatta anche a ricette più strutturate come il Risotto alla Melannurca. Adattissima allo svezzamento dei lattanti per la sua grande digeribilità.
STAMPO DA 22 cm
INGREDIENTI PER LA PASTA BRISÉ:
320 gr di farina
225 gr di burro
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaio di zucchero
100 ml di acqua ghiacciata
RIPIENO:
6/7 melannurche
100 gr di zucchero di canna
2 cucchiai di farina'00
50 gr di burro fuso freddo
5 cucchiaini di cannella in polvere ( potete leggermente diminuire, ma di poco!)
1 cucchiaio di succo di limone
buccia grattugiata di 1/2 limone
1/2 cucchiaino di sale
PER SPENNELLARE:
1 tuorlo
1 cucchiaino di acqua fredda
2 cucchiai di zucchero semolato o di canna
PROCEDIMENTO
CROSTA DI PASTA BRISÉ:
Mescolate in una ciotola la farina, lo zucchero, il sale, il burro freddo a pezzi. Schiacciate con una forchetta il burro alle polveri, così ad ottenere una sabbiatura. Aggiungete l'acqua ghiacciata. Mescolate con un cucchiaio. In pochi secondi l'impasto si rapprenderà. Lavoratelo con le mani molto poco, il giusto per raccogliere i pezzettini e formare una palla. Fate riposare in frigo almeno 30 minuti.
RIPIENO:
Lavate le mele, asciugatele, sbucciatele e tagliatele a quadretti. Mescolate con buccia e succo e di limone. Aggiungete la cannella, il sale e tutte le polveri, mescolate bene, aggiungete lo zucchero e infine il burro morbido ma freddo. Girate bene, lasciate marinare per circa 10 minuti.
Quando l'impasto della crosta si è raffreddato, dividetelo in 2 pezzi, uno più grande e uno più piccolo. Stendete il pezzo grande con un matterello ad uno spessore di 3 mm su un piano spolverato con un pizzico di farina.Inserite la sfoglia di brisé nello stampo foderato di carta da forno. Tagliate via i bordi qualche millimetro fuori dallo stampo. Bucherellate con i rebbi di una forchetta il fondo.Poi aggiungete il ripieno di mele e compattate bene. Infine stendete l'altro pezzo di brisé a strisce strette, ma non abbastanza, così da creare dei camini naturali! Tagliate via i bordi in eccesso.Infine ponete la torta di mele in frigo per almeno 15 minuti. Spennellate la torta con un tuorlo mescolato con 1 cucchiaino di acqua e spolverate con 2 cucchiai di zucchero semolato o di canna ( Io ho preferito lo zucchero di canna). Cuocete in forno statico ben caldo a 175° per circa 50 min /1h, prima nella parte media del forno. Se vedete che la torta si colora troppo adagiate una striscia di alluminio per alimenti sulla torta, per favorire una cottura dorata e uniforme. La TORTA DI MELANNURCA IGP va gustata fredda, quindi aspettate almeno 12 h prima di servirla; meglio il giorno dopo, ne guadagnerà in profumo e sapore e anche le fette si taglieranno alla perfezione! Potete conservare la torta a temperatura ambiente per circa 3 giorni.
🍎 CURIOSITÀ:
Il Dipartimento di scienza degli alimenti dell'Universià di Napoli Federico II ha dimostrato che la mela Annurca dimezza i danni ossidativi alle cellule epiteliali gastriche. La sua azione gastroprotettiva dipende dalla ricchezza in composti fenolici, che sono in grado di prevenire così i danni ossidativi dell'apparato gastrico e aiutando a combattere le malattie gastriche legate all'azione di radicali liberi. Uno degli elementi di tipicità che certamente caratterizzano la "Melannurca Campana" IGP è l'arrossamento a terra delle mele nei cosiddetti "melai". Essi sono costituiti da piccoli appezzamenti di terreno, sistemati adeguatamente in modo da evitare ristagni idrici, di larghezza non superiore a metri 1,50 su cui sono stesi strati di materiale soffice vario: un tempo si utilizzava la canapa, oggi sostituita da aghi di pino, trucioli di legna o altro materiale vegetale. Per la protezione dall'eccessivo irraggiamento solare i melai sono protetti da apprestamenti di varia natura. Durante la permanenza nei melai i frutti sono disposti su file esponendo alla luce la parte meno arrossata, vengono poi periodicamente rigirati ed accuratamente scelti, scartando quelli intaccati o marciti. E' proprio questa pratica, volta a completare la maturazione dei frutti adottando metodi tradizionali e procedure effettuate tutte a mano, ad esaltare le caratteristiche qualitative della "Melannurca Campana" IGP, conferendogli quei valori di tipicità che nessun altra mela può vantare. I frutti di maggior pregio, soprattutto dal punto di vista organolettico, a detta degli esperti sono quelli provenienti da piante innestate su franco, allevate a pieno vento e con scarsi apporti irrigui. Le indubbie caratteristiche organolettiche di questa mela, finora apprezzate soprattutto dai consumatori meridionali, stanno progressivamente conquistando anche altri mercati, grazie anche al riconoscimento del marchio di tutela e all'ingresso nei canali della grande distribuzione organizzata. Accanto ai succhi, di grande valore nutritivo, ottimi sono anche i liquori ottenuti dalle annurche, così come i dolci (crostate e sfogliatelle su tutti, ma anche le mitiche e tradizionali "mele cotte" al forno).
Cenni storici
La "Melannurca Campana" IGP è presente in Campania da almeno due millenni. La sua raffigurazione nei dipinti rinvenuti negli scavi di Ercolano e in particolare nella Casa dei Cervi, testimonia l'antichissima legame dell'Annurca con il mondo romano e la Campania felix in particolare. Luogo di origine sarebbe l'agro puteolano, come si desume dal Naturalis Historia di Plinio il Vecchio. Proprio per la provenienza da Pozzuoli, dove è presente il lago di Averno, sede degli Inferi, Plinio la chiama "Mala Orcula" in quanto prodotta intorno all'Orco (gli Inferi). Anche Gian Battista della Porta, nel 1583, nel suo "Pomarium", nel descrivere le mele che si producono a Pozzuoli cita testualmente: (... le mele che da Varrone, Columella e Macrobio sono dette orbiculate, provenienti da Pozzuoli, hanno la buccia rossa, da sembrare macchiate nel sangue e sono dolci di sapore, volgarmente sono chiamate Orcole...). Da qui i nomi di "anorcola" e poi "annorcola" utilizzati nei secoli successivi fino a giungere al 1876 quando il nome "Annurca" compare ufficialmente nel Manuale di Arboricoltura di G. A. Pasquale. Tradizionalmente coltivata nell'area flegrea e vesuviana, spesso in aziende di piccola dimensione e talora in promiscuità con ortaggi ed altri fruttiferi, la "Melannurca Campana" IGP si è andata diffondendo nel secolo scorso prima nelle aree aversana, maddalonese e beneventana, poi via via nel nocerino, nell'irno, i picentini e infine in tutta l'area dell'alto casertano. Proprio qui, già da alcuni decenni, con la regressione delle superfici agricole dell'area napoletana a causa della conurbazione delle zone costiere, ha trovato il territorio ove essa è più intensamente coltivata.
Area di produzione
La zona di produzione della "Melannurca Campana" IGP comprende ben 137 comuni appartenenti a tutte le province campane. Le aree ove si concentra la maggior parte della produzione sono: nel napoletano la Giuglianese-Flegrea, nel casertano la Maddalonese, l'Aversana e l'Alto Casertano, nel beneventano la Valle Caudina-Telesina e il Taburno, nel salernitano l'Irno e i Picentini.

